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UPUPA - le ali piu' esotiche della Valle d'Aosta
di Alain Ghignone


Un Upupa per cosi' dire "floreale"

Ogni anno, in valle d’Aosta, si ripete con puntualità il mio incontro, ravvicinato e duraturo, con questi splendidi soggetti; inutile dire che questa esperienza fotografica è tra le più piacevoli, affascinati e desiderate. Il loro allungare il collo e alzare la cresta se infastiditi, i loro balzi all’indietro per spiccare il volo ed i loro battibecchi, ne fanno senza dubbio uno dei miei soggetti preferiti.


L’upupa (Upupa epops) è un uccello lungo tra i 25 e i 29 centimetri e ha un’apertura alare tra i 44 e i 48 cm. Il piumaggio è inconfondibile, marrone molto chiaro nella parte superiore e a strisce orizzontali bianco-nere sulle ali e sulla coda. Il capo è provvisto di un ciuffo erettile di penne ad apice nero che vengono alzate quando l'uccello e' infastidito o quando il maschio esegue la sua parata nuziale. Il becco è piuttosto lungo e sottile e leggermente ricurvo verso il basso, la lingua è minuscola e inadatta a portare alla bocca gli insetti di cui si nutre. Per questo l’upupa lancia in alto le sue prede e le riprende con la bocca spalancata, per ingoiarle. Il suo volo è leggero e silenzioso e sembra quello di una grande farfalla.


Le "ali della libertà”, sembra un atterraggio, invece è un decollo!


Ogni anno, con puntualità, le upupe arrivano in Valle d’Aosta dall’africa sub-sahariana ad inizio aprile. I maschi appostati sulle fronde degli alberi, che iniziano a mettere le prime foglie, richiamano con insistenze le femmine con il loro canto ripetitivo e ben riconoscibile.



Il richiamo dell’amore; l’Upupa gonfia il collo per emettere il suo canto.


Quando queste arrivano in zona è abitudine dei maschi corteggiarle offrendo loro insetti e larve che trovano nel terreno ed alzare le penne erettili che hanno sul capo. Formata la coppia, insieme, cominciano la ricerca di qualche anfratto nei muri o dei vecchi nidi di picchio rosso inutilizzati per poter nidificare tra maggio e giugno.
La femmina cova ininterrottamente per circa 15 giorni, durante i quali solo il maschio la nutre portandole il cibo due o tre volte all'ora.  L’upupa può deporre fino a 7 uova, ma generalmente le nidiate sono composte da 2 o 4 piccoli che riescono ad involarsi. Per circa 15 giorni entrambi gli adulti portano cibo ai pulli che escono dal nido generalmente in giugno. Una preda molto ricercata e ambita, per adulti e piccoli è il grillotalpa, vero flagello per orti e colture arbustive, per questo motivo le upupe sono animali molto utili e apprezzati da qualsiasi agricoltore.



Rifornimento ai piccoli; e come spesso accade anche questa volta un grillotalpa


Dopo l’uscita dal nido le upupe girovagano nei prati appena falciati, nei giardini e nei vigneti alla ricerca di cibo fino a che i giovani siano abbastanza cresciuti e forti per compiere il viaggio di ritorno in Africa dove trascorreranno l’inverno.
Le upupe non sono uccelli che compiono le loro migrazioni in stormi, ma sono abbastanza socievoli e, nel periodo post nidificazione, le nuove famiglie sono solite riunirsi in luoghi dove il cibo abbonda e questo crea a volte piccole dispute tra i soggetti… una vera manna per i fotografi.



I moschettieri: battibecchi tra sconosciuti


Una caratteristica singolare delle upupe, che ho potuto constatare in questi 4 anni di appostamenti, sopralluoghi e fotografie, è la loro assoluta indipendenza dall’acqua. Non le ho mai viste bere, neanche un sorso d’acqua. Ritengo che abbiano quasi un’avversione verso questo elemento, tant’è che per lavarsi e ripulirsi dai parassiti, che possono vivere sotto le loro piume, non utilizzano mai l’acqua, ma sono solite farsi bagni di sabbia anche giornalieri.



Il bagno dell’upupa: il “Bain de sable”

La galleria completa, con i miei migliori scatti di questi ultimi anni, e' visitabile sul mio sito personale, in questa pagina



Alain Ghignone
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